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ALLEVAMENTO ETICO SI O NO?

ALLEVAMENTO ETICO SI O NO?

Riflettiamo bene su come scegliere il proprio allevatore perché in pochi prestano attenzione a ciò che viene costantemente suggerito, presi dall’euforia di portare a casa il nuovo pappagallo. Leggi qui>>> Diecimila raccomandazioni che in pochi si apprestano a seguire, proviamo ora a metterci non solo nei nostri panni ma anche in quelli dell’ animale. Prima di tutto; cosa vuol dire allevare e riprodurre, sembra uguale ma non lo è! Quanti lo fanno in modo etico? Vediamo di entrare in merito all’argomento prendendolo “alla larga”. Riprodurre, il vocabolario dà questa definizione: generare individui della stessa specie, riferito a organismi animali e vegetali(da Treccani). Vediamo poi che ci dice in merito al significato di allevare: educare, preparare alla vita. Ed ancora: allattare, nutrire prestando le cure necessarie per il suo sviluppo fisico e psichico.(da Treccani). Non mi sembra propriamente la stessa cosa ed onestamente penso che il termine ALLEVARE dovrebbe essere quello più corretto da prendere in considerazione quando cerchiamo un buon “allevatore” e non un semplice riproduttore (scusate il gioco di parole). Queste definizioni fanno la differenza quando stiamo per scegliere il nostro futuro compagno di vita. Dal momento in cui vogliamo un pappagallo allevato a mano e magari ben svezzato, socializzato, sano, possibilmente non pauroso e già educato ad un’alimentazione sana ci è fondamentale scegliere un vero ALLEVATORE. Ebbene, dato che il nostro scopo è portare a casa un soggetto che DOVRÀ’ (nel senso che l’animale non si è fatto carico di questo impegno ma gli è stato imposto da noi) condividere la sua esistenza con noi è bene che ciò venga fatto con le dovute considerazioni e precauzioni…la prima è proprio scegliere la persona che si farà carico di svezzare ed educare l’animale che porteremo a casa. Bene, eccoci ora a parlare di eticità… Ogni allevatore, nel senso stretto del termine, deve essere in grado di fornire alle proprie coppie riproduttrici una serie di fattori molto importanti, alloggi adeguati, stimoli appropriati, alimentazione corretta, cure igieniche ed un ambiente consono alla riproduzione. Che vuol dire? Che prima di tutto l’animale da “riproduzione” non è un soggetto di serie B, non è una fabbrica che produce pulli ma bensì un animale che ha le stesse necessità del nostro adorato pet che stiamo per portare a casa. In quasi tutti gli allevamenti in cui andremo troveremo una serie di gabbie in batteria, o soggetti di medie o grosse dimensioni in spazi non idonei e magari ci verranno pure a raccontare che tanto si riproducono meglio in spazi angusti… difficilmente vedremo stimoli ambientali o giochi a loro disposizione. Questo è etico? Come possiamo considerare etico indurre questi animali a riprodursi in continuazione per fornire sempre pulli da rivendere? A mio avviso la prima considerazione da prendere in rifermento è proprio questa. Poi, passiamo al passo successivo… Il pullo, qui neppure mi soffermo sull’eticità o meno di allevarlo a mano, allontanato dalle cure parentali. Il nostro allevatore si deve far carico della parte più complessa, lo svezzamento del nostro pappagallo. Ciò significa che deve sostituirsi alla cure parentali, il che non implica il semplice nutrire il pulletto ma bensì fornirgli una gamma di cure molto più complesse ciò significa:

• nutrirlo in modo corretto per tutto lo svezzamento dalla formula da imbecco alle prime mangiate autonome, proporre sempre cibi diversi e ben bilanciati che non siano il solito misto semi e qualche pezzetto di mela;
• allevarlo assieme ad altri simili in modo che sia correttamente socializzato con i soggetti della propria specie e non (ben venga l’allevamento misto, dove genitori ed allevatore concorrono alla crescita del pullo
• aiutarlo a socializzare con l’ essere umano in modo corretto e senza imposizioni, è bene che l’animale possa interagire con altre persone oltre al solo allevatore, che possa decidere o meno di avvicinarsi a qualcuno ed interagire con lui in modi e tempi dettati dall’animale stesso;
• fornirgli un alloggio adeguato ai diversi stadi di crescita, da una camera calda ad un ambiente in cui possa fare i primi voli e dove possa muoversi in sicurezza ( il che non significa la solita gabbietta in cui rimane impagliato senza la possibilità di muoversi o senza giochi a disposizione. In certi casi ho assistito alla gabbietta da criceto per le specie più piccole).
• I soggetti non devono mai essere ceduti prima del termine delle svezzamento, potrebbe essere pericoloso e solo l’occhio e la mano esperta di un allevatore può farsi carico di questo momento.

E noi che dobbiamo richiedere? Non dobbiamo temere a richiedere al nostro allevatore le seguenti documentazioni:

• le visite veterinarie in regola se il pappagallo non è giovane, dalla PBFD alla clamidya. Il pullo deve essere preferibilmente ceduto con le visite veterinarie (in caso siano state effettuate) e col responso dei relativi test.
• la documentazione relativa al CITES (il pullo va ceduto con la documentazione, non esiste che dobbiate aspettare per averla).

Ricordate sempre che dal momento in cui state acquistando un pappagallo state in realtà facendo 2 cose: la prima alimentare un mercato sempre più fiorente e dalle mille sfaccettature dove a rimetterci sono sempre gli animali, assicuratevi di garantire una vita dignitosa non solo al vostro pappagallo ma anche per gli animali in allevamento, fate una scrematura degli allevatori, selezionateli con scrupolo; la seconda è impegnarvi a garantire una vita dignitosa al vostro pappagallo dove venga rispettata ogni sua necessità.

Queste riflessioni che condivido le potete trovare e leggere >>
Parola di pappagallo: Le risposte dei nostri amici pennuti

Di Betty Jean Craige
QUI un estratto>>

 

 

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